Sarebbero i due superstiti. Investigatori: “Incidente poteva essere più grave, si è rischiato deragliamento treno”
Ci sarebbero due indagati per l’incidente ferroviario alla stazione ferroviaria di Brandizzo dove un treno ha investito e ucciso cinque operai che stavano eseguendo lavori di manutenzione sui binari. A iscriverli nel registro la procura di Ivrea che coordina le indagini.
Le indagini A quanto apprende l’Adnkronos, i due indagati sarebbero i due superstiti dell’incidente ferroviario, l’addetto che per conto di Rfi affiancava la squadra di operai e che aveva l’incarico di comunicare il nulla osta o meno ai lavori e il capo del cantiere della ditta incaricata di eseguire i lavori. Per la procura di Ivrea che sta conducendo le indagini dai primi rilievi sarebbero emerse gravi violazioni della procedura di sicurezza.
Una grave carenza di comunicazione tanto che i lavoratori non avrebbero dovuto trovarsi sul posto dove sono stati investiti. E’ quanto emerge dai primi accertamenti sull’incidente. Per questo la Procura di Ivrea sta valutando l’ipotesi di dolo eventuale per i reati di disastro ferroviario e omicidio plurimo.
Investigatori: “Incidente poteva essere più grave”
In particolare, dalle indagini coordinate dal procuratore capo di Ivrea, Gabriella Viglione, sarebbero emerse violazioni così gravi della procedura di sicurezza nel momento immediatamente precedente all’incidente che fanno dire agli investigatori che “l’evento poteva essere evitato se la procedura fosse stata seguita regolarmente”. Più nel dettaglio, gli accertamenti avrebbero evidenziato che in quel momento non ci fosse l’autorizzazione a lavorare, che deve essere fatta per iscritto, benché ci fosse personale preposto a verificare che l’autorizzazione dovesse esserci.
Dalle verifiche, effettuate anche con l’ausilio delle telecamere di sorveglianza che hanno registrato il momento dell’impatto, gli operai, nel cui comportamento gli investigatori non rilevano alcuna responsabilità, si trovavano sui binari già da qualche minuto, anzi, avevano già svolto operazioni di lavoro vero e proprio, fatto che spinge gli inquirenti a evidenziare che il grave incidente avrebbe potuto essere ancora più grave perché se il lavoro fosse proseguito e il treno fosse arrivato qualche minuto dopo, magari dopo la rimozione dei binari, il treno avrebbe potuto deragliare.
Gli accertamenti dei magistrati ora proseguono anche per verificare se e quanto possa essere considerata sicura la procedura complessiva, dunque, anche quella che stava a monte perché, si sottolinea dalla Procura, “è evidente che quanto accaduto ha reso palese che il meccanismo di garanzia non era sufficiente a tutelare adeguatamente un lavoro così delicato in una sede così pericolosa come è la sede dei binari ferroviari”.
Rfi, fondo solidarietà per familiari vittime da trattenute sciopero
Intanto ”Rfi ha accolto la richiesta sindacale di trasferire le trattenute economiche, effettuate ai lavoratori aderenti allo sciopero odierno, in un fondo che servirà ad offrire un sostegno economico alle famiglie degli operai deceduti”. E’ quanto si legge in una nota, in cui Rete ferroviaria italiana ricorda di aver incontrato questa mattina le organizzazioni sindacali, per fare il punto sulla sicurezza del lavoro nel settore della manutenzione ferroviaria. La decisione di destinare la retribuzione delle ore di sciopero al fondo è ”un gesto di sensibilità e concreta solidarietà che Rfi, rinnovando il proprio cordoglio, ha voluto potenziare versando una quota equivalente e raddoppiando così la consistenza del fondo stesso”, conclude la società.